Rassegna Stampa
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POSTIGLIONE – Il Convegno, organizzato dal Comune di Postiglione, presso l’oratorio della città, il 29 di aprile del 2025, ha avuto la finalità di rappresentare lo sviluppo che l’Amministrazione è riuscito a dare all’adesione all’itinerario culturale Europeo: la Route of Olive Tree. Luigi Di Matteo, presidente del Consiglio Comunale di Postiglione, che ha seguito in particolare la realizzazione del progetto in loco, ha presentato la cartellonistica, la sentieristica, la brochuristica e il filmato realizzato per mostrare il patrimonio degli ulivi che il territorio possiede e il modo per seguire 5 percorsi per conoscere gli ulivi secolari presenti e la cultura dei luoghi, ricordando che Postiglione è uno dei più affascinanti degli Alburni, con il suo castello e le sue chiese.L’adesione all’Itinerario è stato sottoscritto dal Comune di Ascea a ottobre del 2024 contando su un’aggregazione di 20 Comuni. L’obiettivo è quello di sviluppare sinergie a livello europeo per promuovere un turismo di qualità, di tipo esperienziale e culturale a vantaggio anche delle aree interne del territorio compreso tra i quattro comprensori a sud di Salerno: il Cilento Centrale, gli Alburni, il Vallo di Diano e il Golfo di Policastro. Il raccordo con i Paesi europei aderenti consente peraltro la possibilità di concorrere in progetti di finanziamento europeo per sostenere i costi di ricerca, di promozione e di educazione.
Il Convegno ha avuto anche la finalità di approfondire la conoscenza di come è strutturato un Itinerario Culturale Europeo (Assemblea, Comitato Scientifico, Comitato di Direzione, ecc.) in vista della costituzione di una struttura similare per il progetto in corso finalizzato a chiedere l’accreditamento al Consiglio d’Europa della Via dei Focei come ulteriore Itinerario culturale Europeo. Il Comune di Ascea è capofila del primo e del secondo itinerario per i Comuni che si sono aggregati intorno ad esso. Per l’itinerario della Via degli Ulivi, sono già 11 i Comuni che si sono aggregati. Per il secondo sono già 45. Il sindaco di Ascea, Stefano Sansone, ha confermato l’impegno assunto, comunicando peraltro che nei primi giorni di maggio sarà in Turchia, a Smirne e a Foca per condividere la forma di struttura da dare alla gestione del nuovo itinerario e per identificare le attività da programmare per i due anni che servono per dimostrare al Consiglio d’Europa l’opportunità di accreditamento del nuovo itinerario.
La presenza del Consigliere provinciale all’Agricoltura, Salvatore Luongo, e del Consigliere regionale all’Agricoltura Nicola Caputo, hanno confermato l’interesse con il quale entrambi gli Enti seguono i processi posti in essere da Ascea. Progetti sostenuti da un team di studiosi composto da Renato Di Gregorio, Nicola Femminella e Giusy Rinaldi.
L’incontro, effettuato in parte anche in call, ha consentito di raccogliere informazioni preziose sul da farsi direttamente dalla Fondazione greca che è deputata, dal Consiglio d’Europa, alla gestione dell’itinerario, The Route of Olive Tree, dal 2005 in avanti.
Il collegamento internet ha anche consentito di interloquire con Barbara Petroni, sindaco di Roccasecca dei Volsci, in provincia di Latina, che è presidente di un’Associazione di Comuni nata nel 2004 (SER.A.L. ) , e comune capofila dell’aggregazione che ha aderito alla Route Of Olive Tree, allo stesso modo di Ascea, contando su un territorio dove si coltiva la Cultivar Itrana, che produce la famosa oliva di Gaeta.
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Nicola Femminella, giornalista : Da circa due anni collaboro con il prof. Renato Di Gregorio nel portare avanti un progetto europeo, volto a stabilire una collaborazione tra le località a Sud della provincia di Salerno con siti archeologici e Foça in Turchia, Nizza e Marsiglia in Francia, L’Escala in Spagna e Aleria in Corsica, per comporre un itinerario archeologico da far approvare al Consiglio d’Europa. Ciò al fine di utilizzare l’ingente patrimonio che possediamo, per divulgarlo in maniera adeguata, fino a farlo diventare un importante volano per lo sviluppo delle attività turistiche nei comprensori del Parco del Cilento Vallo di Diano Alburni.
Da qui l’intervista che segue anche per fornire, a coloro che guardano con interesse al fenomeno dello spopolamento delle zone interne, elementi di conoscenza relative al lavoro in itinere.
Egregio professore, ci spiega chi è Lei e come mai frequenta le Fiere dedicate al Turismo
Sono nato a Salerno diversi anni fa, ma vi sono rimasto poco perché la mia famiglia si è trasferita altrove, considerato il ruolo di mio padre in Marina Militare. Sono ritornato in Campania dove mi sono laureato alla Federico II in Economia e Commercio e dove ho lavorato per i primi anni a Bagnoli, in Siderurgia. Poi la carriera professionale mi ha portato a coprire ruoli manageriali in grandi Aziende industriali dell’IRI e dell’ENI. A fine degli anni ’90 mi sono invaghito dell’organizzazione dei territori, sono uscito dall’ultima azienda dove lavoravo (ENICHEM) e ho fondato Impresa Insieme S.r.l. Ho insegnato contestualmente “Organizzazione e Marketing Territoriale” in diverse Università italiane e ho lavorato per molti Enti della P.A. singoli e associati, fino a mettere a punto il modello dell’Organizzazione Territoriale. Esso è ora usato da diverse Associazioni tra Comuni che seguo con passione e interesse culturale. La mia cultura “ergonomica”, maturata a partire dagli anni ’70, mi induce a sostenere prevalentemente quei progetti che hanno la qualità della vita e del lavoro come obiettivo principale da perseguire. Infatti, da qualche anno guido un gruppo di lavoro nazionale formato da Ergonomi presenti nelle diverse regioni italiane per migliorare la qualità ergonomica dei Cammini.
Frequento le Fiere perché sono un luogo fondamentale per conoscere l’evoluzione che avviene nel settore turistico e consolidare rapporti con coloro che ne sono i protagonisti, ma anche per mostrare ciò che vanno facendo le Associazioni di Comuni ed Enti per cui lavoro
Ci può precisare meglio cosa trova nelle Fiere che frequenta?
Da circa 20 anni seguo associazioni di Comuni che hanno necessità di sviluppare il Turismo sul territorio da loro circoscritto; le Fiere sono un’occasione importante per intercettare, per conto delle Associazioni di Comuni, per cui svolgo la funzione di Segreteria tecnica, la clientela potenziale, raccogliere delle idee di successo che si vanno sperimentando altrove e consolidare la conoscenza con i referenti delle istituzioni che in Italia formulano le politiche sul Turismo e finanziano questo tipo di settore.
In questi primi mesi del 2025 in quali Fiere è stato?
Sono stato alla BIT (Borsa Internazionale del Turismo) a Milano, a febbraio, alla BMT (Borsa Mediterranea del Turismo), a Napoli a marzo e a “Fa la Cosa Giusta-Grandi Cammini “, a Milano, sempre a marzo.
In quale veste ha partecipato?
Ho fatto da referente per il Comune di Ascea, in quanto capofila dei 45 Comuni dei quattro Comprensori (Cilento, Alburni, Vallo di Diano e Golfo di Policastro), della provincia di Salerno, che vanno portando avanti il Progetto del Turismo archeologico Europeo, anche con la collaborazione tua e della prof.ssa Giusy Rinaldi. In tale ruolo sono stato ospite dello stand della Regione Campania, in una specifica postazione resa disponibile dall’Assessorato al Turismo.
Naturalmente ho avuto modo anche di partecipare a qualche iniziativa organizzata da altre Regioni (Lazio e Puglia) dove ho il piacere di seguire altre associazioni di Comuni che adottando lo stesso modello dell’Organizzazione Territoriale.
Cosa c’entra il Turismo con l’Organizzazione Territoriale?
Il Turismo va considerato “il business di un Territorio”. Per sviluppare questo business, il Territorio si deve trasformare da soggetto fisico a soggetto organizzativo. Solo in questo modo può esercitare quelle funzioni tipiche del management: analizzare il mercato, formulare strategie, utilizzare le potenzialità strutturali, decidere gli investimenti da fare, controllare l’evoluzione della clientela, tenere sott’occhio l’offerta dei Territori concorrenti, ricavare e mostrare i benefici che ne traggono gli stakeholder e le comunità locali.
Non è questo un compito attribuito alla Regione Campania?
Si la Regione Campania, come tutte le Regioni Italiane, ha il compito di occuparsi, per Legge, dello sviluppo turistico del proprio territorio, in armonia con le politiche del Ministero del Turismo e del Governo. Il confine amministrativo non coincide però sempre con la circonferenza di quelle aree intercomunali che posseggono un’attrattività distintiva che va sfruttata per la sua specificità. È per questo motivo che diverse Regioni vanno pensando a introdurre le DMO (Destination Management Organizzation). Questa è una soluzione che punta a responsabilizzare gli attori, pubblici e privati, di un territorio distintivo per gestire il Turismo. La loro applicazione trova difficoltà su due piani: l’integrazione tra attori diversi e il ruolo utile, ma scomodo, degli integratori tecnici, i cosiddetti “Destination manager”. Va poi considerato che ci sono offerte turistiche che superano i confini regionali e richiedono una risposta pluriregionale o addirittura europea; basti pensare ai Cammini e soprattutto agli Itinerari Culturali Europei.
In ogni caso le Regioni sono Enti della P.A. che possono indirizzare, favorire, finanziare, promuovere, ma non possono “gestire” il Turismo. Il Turismo va gestito da una struttura che ha al suo interno tutte le funzioni adatte a gestire un cliente così complesso e volubile come è il Turismo o, meglio ancora, i Turismi.
Qual è il rapporto tra le Regioni e i Comuni e in particolare quello tra la Regione Campania e le Associazioni di Comuni che Lei segue
Le Regioni, come il Governo, emettono le Linee politiche dello sviluppo turistico, rispettivamente regionali e nazionali, finanziano iniziative di vario genere riguardanti il settore turistico, partecipano alle Fiere nazionali e internazionali, e molto altro. Con lo sviluppo dei Cammini hanno costituito atlanti e cataloghi, formulato regolamenti per riconoscerli, costituito Forum con gli stakeholder del settore. Quello che, a mio parere, va migliorato è la gestione strategica dello sviluppo turistico territoriale e l’erogazione dei finanziamenti pubblici. Lasciare libertà alla capacità propositiva di ciascun Comune e alla facilità con cui qualcuno, più di altri, è capace di intercettare i fondi pubblici a cui attingere, è una regola della democrazia. A questa prassi andrebbe però affiancata una politica, più propria della cultura tipica della pianificazione strategica, che consenta di definire le aree turistiche distintive, finanziare le condizioni che le rendano veramente attrattive e capaci di erogare quei servizi che i diversi Turismi si aspettano di trovare e che le comunità locali condividono di gestire. Tutto ciò si può fare utilizzando la “progettazione partecipata” mettendo intorno al tavolo le diverse componenti che “a livello locale” conoscono i luoghi e hanno interesse a sviluppare il turismo, nella misura in cui ciò soddisfi i bisogni delle comunità locali.
Posso affermare che nel caso specifico, Ascea e i 45 Comuni che si sono aggregati per sviluppare il Turismo archeologico europeo hanno avuto un’attenzione particolare da parte della Regione, sia dall’Assessorato al Turismo che dalla Commissione delle Aree Interne. Abbiamo partecipato a due audizioni del Consiglio regionale e siamo sempre stati ospiti graditi negli spazi che la Regione ci ha reso disponibili nelle Fiere in cui era presente. Saremmo completamente soddisfatti quando ci sarà riconosciuto quel contributo che abbiamo richiesto per la gestione, almeno di quattro anni, del programma necessario a concretizzare questa proposta territoriale. Ciò peraltro serve pure a sostenere i costi del rapporto con gli altri tre Paesi che hanno condiviso con noi questo progetto: Francia Spagna e Turchia. L’ascolto degli organismi sovracomunali è importante e io posso dire che la Regione Campania è tra le più aperte in questo senso. È auspicabile che a ciò si aggiunga la possibilità di costruire un tavolo di progettazione congiunta e già nelle prossime Fiere si cominciasse a vedere questa nuova offerta territoriale nella sua dimensione complessiva e unitaria. Stare su un trespolo, dietro un bancone, all’interno dello stand dell’Ente, a dare delle brochure a gente pur gentile che passa e si incuriosisce, è una condizione certamente da apprezzare ma certamente da superare.
Sì, ma ci sono Fiere e Fiere, qual è la differenza che Lei ha notato tra una Fiera come quella della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che si tiene a Paestum, alla fine di ottobre, e quelle di cui ci ha parlato
Frequento da quattro anni la BMTA e sono felice del fatto che sposi appieno il progetto dei 45 Comuni per cui lavoro, in comunanza con te e la prof. ssa Giusy Rinaldi. Infatti, è una Fiera dedicata proprio al Turismo archeologico. È una Fiera che promuovo in tutte le altre Regioni nelle quali opero, considerando che tutti i Comuni italiani hanno un patrimonio archeologico di indubbio valore da utilizzare anche ai fini turistici.
I problemi da superare in questa Fiera sono due: l’offerta locale va maggiormente integrata e la rappresentazione dell’offerta turistica va certamente migliorata.
L’area circoscritta dai 45 Comuni del Progetto è rappresentata da più stand e in modo diverso. Vi sono infatti gli stand della Regione, della Provincia di Salerno, del Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, dell’Unione dei Comuni di cui è capofila Paestum, di alcuni Comuni associati che hanno avuto un finanziamento comune, di alcuni Comuni che si riconoscono intorno a un Cammino, ecc. L’anno scorso i nostri 45 Comuni hanno scelto di stare nello stand della Regione Campania, con la limitazione che ciò naturalmente ha comportato dal punto di vista dell’Area rappresentata e del Progetto che stiamo portando avanti.
Ma quest’area di cui Lei parla, quella circoscritta dai 45 Comuni, come si dovrebbe rappresentare, con quale nome, con quale simbolo?
Questo è uno dei problemi più complessi da risolvere. L’Area è prevalentemente identificata all’esterno di essa come “Cilento”, un po’ come è denominata una parte meridionale della regione Puglia con il nome di “Salento”. Nel 2002 abbiamo provato a costituire “il Grande Salento” riunendo tre Province: Lecce, Taranto e Brindisi, sfruttando l’incentivo del primo progetto di e-Government svolto in Italia, il progetto R.I.S.O. (Rete Ionico-Salentina per l’Occupazione). Il tentativo si è spento con il finire del finanziamento, ma ancora oggi il Salento si identifica con il territorio della Provincia di Lecce, che investì su questo nome e sullo slogan “Il Salento d’amare”.
In realtà le 45 comunità locali si riconoscono in circonferenze più piccole. Lo stesso nome dato al Parco nazionale testimonia questa articolazione interna; infatti, si chiama Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano.
Da qui l’intervista che segue anche per fornire, a coloro che guardano con interesse al fenomeno dello spopolamento delle zone interne, elementi di conoscenza relative al lavoro in itinere.
Egregio professore, ci spiega chi è Lei e come mai frequenta le Fiere dedicate al Turismo
Sono nato a Salerno diversi anni fa, ma vi sono rimasto poco perché la mia famiglia si è trasferita altrove, considerato il ruolo di mio padre in Marina Militare. Sono ritornato in Campania dove mi sono laureato alla Federico II in Economia e Commercio e dove ho lavorato per i primi anni a Bagnoli, in Siderurgia. Poi la carriera professionale mi ha portato a coprire ruoli manageriali in grandi Aziende industriali dell’IRI e dell’ENI. A fine degli anni ’90 mi sono invaghito dell’organizzazione dei territori, sono uscito dall’ultima azienda dove lavoravo (ENICHEM) e ho fondato Impresa Insieme S.r.l. Ho insegnato contestualmente “Organizzazione e Marketing Territoriale” in diverse Università italiane e ho lavorato per molti Enti della P.A. singoli e associati, fino a mettere a punto il modello dell’Organizzazione Territoriale. Esso è ora usato da diverse Associazioni tra Comuni che seguo con passione e interesse culturale. La mia cultura “ergonomica”, maturata a partire dagli anni ’70, mi induce a sostenere prevalentemente quei progetti che hanno la qualità della vita e del lavoro come obiettivo principale da perseguire. Infatti, da qualche anno guido un gruppo di lavoro nazionale formato da Ergonomi presenti nelle diverse regioni italiane per migliorare la qualità ergonomica dei Cammini.
Frequento le Fiere perché sono un luogo fondamentale per conoscere l’evoluzione che avviene nel settore turistico e consolidare rapporti con coloro che ne sono i protagonisti, ma anche per mostrare ciò che vanno facendo le Associazioni di Comuni ed Enti per cui lavoro
Ci può precisare meglio cosa trova nelle Fiere che frequenta?
Da circa 20 anni seguo associazioni di Comuni che hanno necessità di sviluppare il Turismo sul territorio da loro circoscritto; le Fiere sono un’occasione importante per intercettare, per conto delle Associazioni di Comuni, per cui svolgo la funzione di Segreteria tecnica, la clientela potenziale, raccogliere delle idee di successo che si vanno sperimentando altrove e consolidare la conoscenza con i referenti delle istituzioni che in Italia formulano le politiche sul Turismo e finanziano questo tipo di settore.
In questi primi mesi del 2025 in quali Fiere è stato?
Sono stato alla BIT (Borsa Internazionale del Turismo) a Milano, a febbraio, alla BMT (Borsa Mediterranea del Turismo), a Napoli a marzo e a “Fa la Cosa Giusta-Grandi Cammini “, a Milano, sempre a marzo.
In quale veste ha partecipato?
Ho fatto da referente per il Comune di Ascea, in quanto capofila dei 45 Comuni dei quattro Comprensori (Cilento, Alburni, Vallo di Diano e Golfo di Policastro), della provincia di Salerno, che vanno portando avanti il Progetto del Turismo archeologico Europeo, anche con la collaborazione tua e della prof.ssa Giusy Rinaldi. In tale ruolo sono stato ospite dello stand della Regione Campania, in una specifica postazione resa disponibile dall’Assessorato al Turismo.
Naturalmente ho avuto modo anche di partecipare a qualche iniziativa organizzata da altre Regioni (Lazio e Puglia) dove ho il piacere di seguire altre associazioni di Comuni che adottando lo stesso modello dell’Organizzazione Territoriale.
Cosa c’entra il Turismo con l’Organizzazione Territoriale?
Il Turismo va considerato “il business di un Territorio”. Per sviluppare questo business, il Territorio si deve trasformare da soggetto fisico a soggetto organizzativo. Solo in questo modo può esercitare quelle funzioni tipiche del management: analizzare il mercato, formulare strategie, utilizzare le potenzialità strutturali, decidere gli investimenti da fare, controllare l’evoluzione della clientela, tenere sott’occhio l’offerta dei Territori concorrenti, ricavare e mostrare i benefici che ne traggono gli stakeholder e le comunità locali.
Non è questo un compito attribuito alla Regione Campania?
Si la Regione Campania, come tutte le Regioni Italiane, ha il compito di occuparsi, per Legge, dello sviluppo turistico del proprio territorio, in armonia con le politiche del Ministero del Turismo e del Governo. Il confine amministrativo non coincide però sempre con la circonferenza di quelle aree intercomunali che posseggono un’attrattività distintiva che va sfruttata per la sua specificità. È per questo motivo che diverse Regioni vanno pensando a introdurre le DMO (Destination Management Organizzation). Questa è una soluzione che punta a responsabilizzare gli attori, pubblici e privati, di un territorio distintivo per gestire il Turismo. La loro applicazione trova difficoltà su due piani: l’integrazione tra attori diversi e il ruolo utile, ma scomodo, degli integratori tecnici, i cosiddetti “Destination manager”. Va poi considerato che ci sono offerte turistiche che superano i confini regionali e richiedono una risposta pluriregionale o addirittura europea; basti pensare ai Cammini e soprattutto agli Itinerari Culturali Europei.
In ogni caso le Regioni sono Enti della P.A. che possono indirizzare, favorire, finanziare, promuovere, ma non possono “gestire” il Turismo. Il Turismo va gestito da una struttura che ha al suo interno tutte le funzioni adatte a gestire un cliente così complesso e volubile come è il Turismo o, meglio ancora, i Turismi.
Qual è il rapporto tra le Regioni e i Comuni e in particolare quello tra la Regione Campania e le Associazioni di Comuni che Lei segue
Le Regioni, come il Governo, emettono le Linee politiche dello sviluppo turistico, rispettivamente regionali e nazionali, finanziano iniziative di vario genere riguardanti il settore turistico, partecipano alle Fiere nazionali e internazionali, e molto altro. Con lo sviluppo dei Cammini hanno costituito atlanti e cataloghi, formulato regolamenti per riconoscerli, costituito Forum con gli stakeholder del settore. Quello che, a mio parere, va migliorato è la gestione strategica dello sviluppo turistico territoriale e l’erogazione dei finanziamenti pubblici. Lasciare libertà alla capacità propositiva di ciascun Comune e alla facilità con cui qualcuno, più di altri, è capace di intercettare i fondi pubblici a cui attingere, è una regola della democrazia. A questa prassi andrebbe però affiancata una politica, più propria della cultura tipica della pianificazione strategica, che consenta di definire le aree turistiche distintive, finanziare le condizioni che le rendano veramente attrattive e capaci di erogare quei servizi che i diversi Turismi si aspettano di trovare e che le comunità locali condividono di gestire. Tutto ciò si può fare utilizzando la “progettazione partecipata” mettendo intorno al tavolo le diverse componenti che “a livello locale” conoscono i luoghi e hanno interesse a sviluppare il turismo, nella misura in cui ciò soddisfi i bisogni delle comunità locali.
Posso affermare che nel caso specifico, Ascea e i 45 Comuni che si sono aggregati per sviluppare il Turismo archeologico europeo hanno avuto un’attenzione particolare da parte della Regione, sia dall’Assessorato al Turismo che dalla Commissione delle Aree Interne. Abbiamo partecipato a due audizioni del Consiglio regionale e siamo sempre stati ospiti graditi negli spazi che la Regione ci ha reso disponibili nelle Fiere in cui era presente. Saremmo completamente soddisfatti quando ci sarà riconosciuto quel contributo che abbiamo richiesto per la gestione, almeno di quattro anni, del programma necessario a concretizzare questa proposta territoriale. Ciò peraltro serve pure a sostenere i costi del rapporto con gli altri tre Paesi che hanno condiviso con noi questo progetto: Francia Spagna e Turchia. L’ascolto degli organismi sovracomunali è importante e io posso dire che la Regione Campania è tra le più aperte in questo senso. È auspicabile che a ciò si aggiunga la possibilità di costruire un tavolo di progettazione congiunta e già nelle prossime Fiere si cominciasse a vedere questa nuova offerta territoriale nella sua dimensione complessiva e unitaria. Stare su un trespolo, dietro un bancone, all’interno dello stand dell’Ente, a dare delle brochure a gente pur gentile che passa e si incuriosisce, è una condizione certamente da apprezzare ma certamente da superare.
Sì, ma ci sono Fiere e Fiere, qual è la differenza che Lei ha notato tra una Fiera come quella della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che si tiene a Paestum, alla fine di ottobre, e quelle di cui ci ha parlato
Frequento da quattro anni la BMTA e sono felice del fatto che sposi appieno il progetto dei 45 Comuni per cui lavoro, in comunanza con te e la prof. ssa Giusy Rinaldi. Infatti, è una Fiera dedicata proprio al Turismo archeologico. È una Fiera che promuovo in tutte le altre Regioni nelle quali opero, considerando che tutti i Comuni italiani hanno un patrimonio archeologico di indubbio valore da utilizzare anche ai fini turistici.
I problemi da superare in questa Fiera sono due: l’offerta locale va maggiormente integrata e la rappresentazione dell’offerta turistica va certamente migliorata.
L’area circoscritta dai 45 Comuni del Progetto è rappresentata da più stand e in modo diverso. Vi sono infatti gli stand della Regione, della Provincia di Salerno, del Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano, dell’Unione dei Comuni di cui è capofila Paestum, di alcuni Comuni associati che hanno avuto un finanziamento comune, di alcuni Comuni che si riconoscono intorno a un Cammino, ecc. L’anno scorso i nostri 45 Comuni hanno scelto di stare nello stand della Regione Campania, con la limitazione che ciò naturalmente ha comportato dal punto di vista dell’Area rappresentata e del Progetto che stiamo portando avanti.
Ma quest’area di cui Lei parla, quella circoscritta dai 45 Comuni, come si dovrebbe rappresentare, con quale nome, con quale simbolo?
Questo è uno dei problemi più complessi da risolvere. L’Area è prevalentemente identificata all’esterno di essa come “Cilento”, un po’ come è denominata una parte meridionale della regione Puglia con il nome di “Salento”. Nel 2002 abbiamo provato a costituire “il Grande Salento” riunendo tre Province: Lecce, Taranto e Brindisi, sfruttando l’incentivo del primo progetto di e-Government svolto in Italia, il progetto R.I.S.O. (Rete Ionico-Salentina per l’Occupazione). Il tentativo si è spento con il finire del finanziamento, ma ancora oggi il Salento si identifica con il territorio della Provincia di Lecce, che investì su questo nome e sullo slogan “Il Salento d’amare”.
In realtà le 45 comunità locali si riconoscono in circonferenze più piccole. Lo stesso nome dato al Parco nazionale testimonia questa articolazione interna; infatti, si chiama Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano.
Nel nostro Progetto, al momento, ci sono quattro Comprensori: Cilento centrale, Alburni, Vallo di Diano e Golfo di Policastro. Gli Amministratori che compongono la cosiddetta “Cabina di Regia” dell’Associazione ha ora il difficile compito di trovare un nome e un simbolo che soddisfi il senso di identità delle proprie componenti interne ma, al contempo, il bisogno dei Turisti e dei Tour operator di un riferimento caratterizzante più facile da identificare.
Ma guardano al futuro, cosa contate di fare per la prossima edizione della BMTA in autunno?Non so se ci riusciremo, perché stiamo ancora attendendo la risposta della Regione Campania alla nostra richiesta di finanziamento. Peraltro, la Cabina di Regia dell’Associazione dei 45 Comuni aderenti è appena stata costituita. Personalmente posso dire che mi piacerebbe fosse evidente l’offerta turistica, articolata per turismi e modalità diverse di fruibilità, correlata al patrimonio archeologico posseduto, articolato per epoche storiche e quindi per circuiti percorribili. Tutti gli Enti Istituzionali presenti dovrebbero restare sullo sfondo come garanzia della sostenibilità dell’offerta. Mentre tutto la linea di fronte dell’accoglienza e dei servizi dovrebbe essere ben riconoscibile e rintracciabile. Insomma, una Fiera per i Turismi e non per soddisfare l’egocentrismo degli Enti.
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L'Aticolo illustra le decisoni assunte nell'incontro via call tra il neo sindaco di Ascea e il neo sindaco di Foca . Dimensione: 328,28 KB
CAMEROTA – IL 28 di settembre, il comune di Camerota ha ospitato un interessante Convegno sul rapporto tra Archeologia e Turismo. A organizzarlo è stata l’Assessora con delega al Turismo del Comune di Camerota che ha voluto invitare i colleghi Amministratori degli altri Comuni cilentani e la comunità locale. Dimensione: 291,58 KB
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tema: Salvaguardare le risorse del Cilento Dimensione: 39,37 KB
I dati Istat sulla documentazione culturale delle persone del Sud ha dato lo spunto al giornalista per sottolineare l'importanza del progetto del Turismo archeologico attivato nel Cilento Dimensione: 40,33 KB
L'articolo documenta della manifestazione organizzata presso l'area archeologica di Velia con la presenza del Ministro della Cultura Sangiuliano. Dimensione: 125,51 KB
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...........Il tema dell’incontro era come armonizzare i progetti sui quali sta lavorano l’AS.CO.CI. che è guidata da un Comitato Guida di Sindaci ed è presieduta da Pietro D’Angiolillo, sindaco di Ascea, e quelli messi in cantiere dalla Commissione delle Aree Interne. Come coinvolgere e rendere protagonisti attivi i giovani e tutti coloro che sono interessati alle aree dai progetti in itinere. Come creare una piattaforma solida, propositiva, che programmi il nostro futuro, ancorata anche ad un importante sostegno culturale che si sta affermando in Italia e oltre come il Movimento Empatico di Lerro.Il prof. Di Gregorio ha illustrato il progetto, attivato già da un anno a questa parte, finalizzato a costruire le condizioni per ottenere l’accreditamento da parte del Consiglio d’Europa di un nuovo “Itinerario culturale europeo”, quello che unirà l’area archeologica del Cilento con le altre città europee che si affacciano sul Mediterraneo e che sono state costruite dal popolo dei Focesi, provenienti dall’antica Grecia, ora Turchia. Prima tappa di questo importante progetto è il Gemellaggio che sarà sottoscritto il 22 di marzo, a Focea, tra il Comune di Ascea e il comune di Focea, già autorizzato dal Governo italiano e da quello turco. Da Focea vennero i naviganti che hanno creato la nostra bella località ricca di storia radiosa (vi nacque il pensiero filosofico occidentale). Egli ha, poi, comunicato che in questo anno di lavoro AS.CO.CI. è riuscita ad ottenere anche l’approvazione a far parte del progetto, oltre che da Focea, anche dalle città di Marsiglia e Aleria (in Francia) ed Escala (in Spagna), altre città costruite dai Focesi e indispensabili per richiedere l’accreditamento europeo del nuovo itinerario.
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L'intero articolo è riportato in allegato
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Parte un primo programma di “progettazione partecipata” per il Parway Alento che coinvolgerà gli Amministratori e i Segretari comunali.
Il Ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili ha concesso 10.800.000,00 € al Consorzio Velia e 8.750.000,00 € al Comune di Casal Velino per finanziare le opere indicate nel Piano di sviluppo locale: Parkway Alento. Soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Franco Chirico, che ha promosso la realizzazione di questo importante infrastruttra per il comuni del Cilento interno.
“Il Governo ha premiato la nostra capacità progettuale di sistema. Aver fatto e creduto nel Progetto Parkway Alento, portato avanti in questi anni, produce piano piano i suoi frutti – ha detto – Allo stesso modo la Regione Campania ci è stata vicina e continua a sostenere il nostro impegno per lo sviluppo del territorio cilentano. Ancora più urgente diventa allora la costituzione dell’Associazione dei 23 Comuni del Cilento Centrale e la conseguente attivazione dell’ Organizzazione Territoriale che l’Associazione dovrà gestire. Oltre ad un ottimo piano e a cospicui finanziamenti serve infatti, ora, una buona organizzazione, capace di realizzare le opere previste condividendo modalità e processi comuni e le risorse professionali che il territorio possiede”.
Parte dunque un primo programma di “progettazione partecipata” che coinvolgerà gli Amministratori e i Segretari comunali. Gli Amministratori saranno così impegnati nel pianificare gli interventi di trasformazione del territorio comune attraversato dalle infrastrutture di mobilità ipotizzate. I Segretari, dal canto loro, saranno invece coinvolti nell’adeguamento delle strutture organizzative comunali così da sostenere forme di lavoro “a progetto e a rete” , dei tecnici interni ed esterni che lavoreranno alla realizzazione del Piano.
Per sostenere la loro preparazione ad assolvere a tali impegni è stato organizzato un intervento che si articola in tre step, tipici della metodologia della progettazione-partecipata: un workshop iniziale l’11 di giugno e un workshop finale il 18 di giugno. Nell’intervallo di tempo tra i due workshop vi sarà un lavoro di project work che verrà concordato il giorno 11 e il cui risultato sarà presentato il 18.
La mattina dei due giorni, l’11 e il 18 di giugno, è riservata ai Segretari mentre il pomeriggio è riservato agli Amministratori. Più avanti lo stesso metodo sarà applicato per le altre famiglie professionali: i funzionari dei Servizi tecnici, della Ragioneria, della Comunicazione, dei Servizi sociali, ecc. così da costituire una sorta di “comunità di pratica intercomunali”.
L’iniziativa si svilupperà, con il contributo del prof. Renato Di Gregorio che seguirà per qualche tempo lo sviluppo dell’Associazione dei Comuni cilentani per conto del Consorzio Velia.
L’attività si terrà presso la sede della Fondazione Alario per Elea-Velia che è la struttura preposta alle iniziative a sostegno dei processi di sviluppo locale nell’ambito dell’Accordo siglato il 30 luglio del 2016 e rinnovato in questi giorni, assieme alla Convenzione che porta all’associazionismo dei Comuni del Cilento Centrale.
Una iniziativa parallela, simile, coinvolgerà un gruppo di giovani laureati che gli Amministratori dei 23 Comuni individueranno in quanto motivati ad apprendere queste nuove metodologie e a sostenere sia il programma di sviluppo dell’Organizzazione Territoriale che la realizzazione del Piano Parkway Alento e in particolare del Turismo rurale, del Turismo slow, del Turismo esperienziale.
Per loro è previsto un programma omologo di progettazione partecipata che parte con un workshop organizzato per sabato 12 mattina e si conclude con un workshop, successivo, sabato 19. Il percorso servirà per valutare assieme ai giovani la possibilità di costruire una struttura giovanile in grado di lavorare per lo sviluppo locale e utili
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Si raccolgono in questo documento i vari articoli che sono stati prodotti sulla Stampa locale per dare conto sulla riunione di Condivisione strategica effettuata il 14 di maggio 2021 presso l'Oasi Alento
Lunedì 16 dicembre un appuntamento importante per tutto il territorio.
In occasione della presentazione libro “Oltre l’Alento” ci sarà la possibilità di conoscere meglio Parkway Alento, l’innovativo progetto di sviluppo territoriale integrato proposto dal Consorzio di Bonifica Velia, condiviso dal Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, dai Presidenti delle Comunità Montane Gelbison-Cervati e Alento-Montestella e dai sindaci di ben 23 Comuni.
Il progetto di una “Strada Verde” (Parkway) mira ad organizzare e collegare fra loro tutte le risorse naturali, paesaggistiche, etnografiche e culturali dell’area vasta comprendente l’alta e la bassa valle dell’Alento, di alto pregio ambientale e naturalistico. Ciò nella consapevolezza che per disaccoppiare la crescita economica dal consumo di risorse naturali occorre perseguire uno sviluppo sostenibile, ricercare un miglioramento della qualità della vita nel rispetto dei limiti della compatibilità ambientale, sollecitare la nascita di attività produttive compatibili con gli usi futuri, promuovere la conservazione attiva delle risorse che il territorio può offrire
Parkway Alento è un vero e proprio “progetto di sistema”, finalizzato a:
• “mettere a rete” le molteplici risorse di cui il territorio dispone, promuovendone la corretta fruibilità nel rispetto del paesaggio naturale ed antropico e alle sue molteplici bellezze;
• garantire, quando necessario, spostamenti agevoli tra l’interno del Cilento e le maggiori infrastrutture di collegamento;
• promuovere il territorio quale motore e catalizzatore di sviluppo endogeno;
• conservare e tutelare in maniera compatibile il paesaggio e gli habitat.
L’obiettivo della Parkway Alento è quindi quello di mettere in relazione molteplici interessi e peculiarità del territorio in un collegamento di intense attività culturali legate alla storia, alla cultura delle popolazioni autoctone ed a ulteriori proposte di interesse regionale, nazionale e internazionale. E ancora, rilancio e sostegno della caratteristica e diffusa ospitalità cilentana, offerta enogastronomica dei prodotti autoctoni di eccellenza, convergenza di tradizione culinaria, folklore, musica, artigianato, osservazione dell’ambiente, tutti temi centrali per godere della naturalità e degli splendidi paesaggi che il territorio sa offrire.
Il fine ultimo del progetto è dunque la creazione di un luogo in cui conservazione, sviluppo, ricerca e valorizzazione del territorio si fondano per consegnare crescita, speranza e futuro alle popolazioni del Cilento.
Importante giornata ieri al Parkway Alento di Prignano Cilento, l’innovativo progetto di sviluppo territoriale integrato proposto dal Consorzio di Bonifica Velia, condiviso dal Presidente del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, dai Presidenti delle Comunità Montane Gelbison-Cervati e Alento-Montestella e dai sindaci di ben 23 Comuni.
Il progetto di una “Strada Verde” (Parkway) punta ad organizzare e a collegare fra loro tutte le risorse naturali, paesaggistiche, etnografiche e culturali dell’area vasta comprendente l’alta e la bassa valle dell’Alento, di alto pregio ambientale e naturalistico. L’obiettivo è “mettere a rete” le tante risorse di cui il territorio dispone garantendo anche spostamenti agevoli tra l’interno del Cilento e le maggiori infrastrutture di collegamento.
All’appuntamento di ieri aerano presenti:
l’On.le Piero De Luca, deputato della Camera dei Deputati della Repubblica
il Prof. Giuseppe De Rita, Presidente del CENSIS ed editorialista del Corriere della Sera
il Prof. Massimo Adinolfi, professore di Filosofia Teoretica presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II
Venerdì 28 ottobre, dalle ore 15.30 si terrà presso la sala–convegni del complesso Alento, alla Località Piano della Rocca in Prignano Cilento (SA), un incontro dedicato agli agricoltori e agli operatori agroalimentari per presentare, alla vigilia dell’avvio del P.S.R. Campania 2014–2020, il Centro Servizi per l’Agricoltura Sostenibile e il programma di azioni ed interventi per il rilancio dell’agricoltura inseriti nel piano Parkway Alento, per la cui attuazione è stato sottoscritto il 30 luglio scorso un Accordo-Quadro da parte degli enti istituzionali del territorio che hanno deciso di mettersi insieme e cooperare per condividere ed attuare un modello di sviluppo sostenibile che punta sia su un rilancio dell’agricoltura locale sostenibile di qualità sia sullo sviluppo del turismo rurale e naturalistico ed è finalizzato a far emergere e valorizzare potenzialità, risorse e identità di tutti i Comuni del bacino, un’area attraversata dal corridoio fluviale dell’Alento per 36 Km che storicamente è stato il territorio di riferimento della città greca Elea e, successivamente, della città romana Velia.
Il Centro Servizi per l’Agricoltura Sostenibile viene finanziato dal Consorzio di Bonifica Velia e dalla Soc. Idrocilento con risorse proprie e a breve avrà sede in due locali, posti sul fronte strada del Centro commerciale della frazione Velina di Castelnuovo Cilento. Tale Centro ha la funzione di fornire assistenza tecnico-agronomica «sul campo» alle imprese agricole e di promuovere l’accesso al mercato per le produzioni tipiche cilentane.
Il programma di azioni ed interventi per il rilancio dell’agricoltura inseriti nel piano Parkway Alento è molto articolato ed è stato elaborato, su impulso del Consorzio di Bonifica Velia, dalla società Idrocilento, in collaborazione con Coldiretti di Salerno, Agro Camera (Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma), Comune di Castelnuovo e Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Il Piano Parkway Alento punta a costruire un sistema territoriale eccellente che ha come motori economici l’agricoltura sostenibile e il turismo rurale, naturalistico, culturale, sportivo, salutistico e ricreativo. Il Bacino dell’Alento è un'area interna che comprende una varietà di ambienti e paesaggi che non trovano riscontro in nessun’altra area della penisola. La componente ambientale e paesaggistica è particolarmente interessante, variegata e di alto valore. E’ un pezzo d’Italia che gli uomini del ventunesimo secolo potranno venire a visitare per svago, ricreazione, edutainment (educazione-intrattenimento) e constatare che la natura, l’ambiente e il paesaggio culturale si mantengono in un eccezionale stato di conservazione e scoprire una pluralità di beni culturali (terrazzamenti con muretti a secco, edifici rurali, torri, mulini, borghi rurali, ecc.) ereditati dalla storia e dalla civiltà contadina.
Da qui, l’interesse da un lato a conservare e proteggere il peculiare ambiente naturale e il ricco paesaggio culturale del Bacino e dell’altro lato a pianificare correttamente l’uso sostenibile del territorio, contrariamente a quanto è avvenuto nel resto della penisola, in cui l’utilizzazione dei beni ambientali e paesaggistici è stata intensiva.
Si tratta di realizzare un sistema di accoglienza diffuso che consenta di far conoscere il patrimonio naturale e culturale, investendo sul recupero, sulla riqualificazione, sulla messa a sistema e sulla manutenzione, con una particolare attenzione per la valorizzazione delle tradizioni culturali e degli stili di vita e per un rilancio delle produzioni agricole che sono state alla base della cucina cilentana fino agli anni ’60 del secolo scorso, facendo salire l’asticella della sicurezza alimentare e della tutela e cura del territorio.
L’agricoltura cilentana può diventare un volàno per l’economia del territorio, a patto che le produzioni agricole della biodiversità locale (legumi, cereali, ortive, frutta, olive e altri prodotti freschi) - che sono alla base della Dieta Mediterranea - vengano rilanciate e rafforzate sia nel comprensorio irriguo (comprendente i territori di Vallo della Lucania, Novi Velia, Cannalonga, Moio della Civitella, la valle del Badolato, in agro di Castelnuovo Cilento, la valle del Palistro e la piana dell’Alento, pari a 7.000 Ha) sia nelle colline interne, non irrigabili.
locandina
All’incontro sono invitati tutti gli agricoltori e gli operatori agroalimentari del Bacino dell’Alento. Inoltre, è prevista la partecipazione dei Sindaci dei 22 Comuni del bacino, dei presidenti delle Comunità Montane Gelbison-Cervati e Alento-Monte Stella, del Dott. Vittorio Sangiorgio, presidente di Coldiretti Salerno, del Dott. Tommaso Pellegrino, presidente dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dell’Avv. Franco Chirico, presidente del Consorzio di Bonifica Velia, e dell’Avv. Franco Alfieri, consigliere del Presidente De Luca, delegato all’Agricoltura e alla Pesca della Regione Campania.
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