18 Aprile 2024

h. La Stampa

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Riportiamo, diviso in due parti, l’intero testo dell’intervista rilasciataci dal prof. Renato Di Gregorio, perché contiene notizie molteplici, da cui gli Amministratori degli Enti locali e comprensoriali potranno trarre informazioni utili e preziose per il ruolo istituzionale che sono chiamati ad assolvere per lo sviluppo delle nostre zone interne e affrontare con opportune strategie e iniziative il fenomeno del loro spopolamento.
Prof. Di Gregorio, è giunto nel Cilento l’eco del successo che l’AS.CO.CI. (Associazione dei Comuni del Cilento Centrale) per il suo tramite e quello del vice sindaco di Ascea, avv. Stefano Sansone, ha conseguito alcuni giorni fa a Foca, in Turchia, con le firme apposte sul documento che sancisce il Gemellaggio tra Ascea e Foça. Ce ne parli.
Il successo è il frutto di più di un anno di lavoro condotto da quando, dopo alcuni mesi dalla costituzione dell’Associazione AS.CO.Ci., mi sono trovato a parlare con Tommaso Chirico, il direttore della Fondazione Alario.
Tra Impresa Insieme S.r.l., che è la società che ho fondato più di venticinque anni fa, e la Fondazione Alario avevamo da poco sottoscritto un accordo per fare della meravigliosa sede che esiste ad Ascea un centro di Alta formazione per il management pubblico sui temi dell’Organizzazione Territoriale per operare con efficacia sullo sviluppo locale. Avevo letto dei Congressi sulla filosofia eleatica che la Fondazione organizzava ogni due anni e avevo a lungo sentito parlare dei filosofi greci dal padre, Franco Chirico, nelle serate a casa sua o nei viaggi da Salerno all’Oasi Alento dove tenevamo gli incontri con i sindaci dei Comuni dell’Associazione. Tommaso stesso un giorno mi mandò una cartina del mediterraneo dove si vedeva il viaggio dei Focesi nel Mediterraneo e nel Mar nero e mi scrisse: “questo sarebbe veramente un importante progetto da sviluppare: la valorizzazione del percorso che questo popolo ha fatto e delle città che essi hanno costruito”.
Io venivo dall’esperienza maturata sulla Via Francigena del Sud, che è un itinerario culturale europeo, e avevo già organizzato due edizioni di un Master fatto, assieme all’Università di Foggia, per “esperti degli itinerari culturali europei”. Ero stato poi, per cinque anni, il responsabile dei progetti strategici del Comune di Ventotene e avevo maturato una grande esperienza sia sull’Unione Europea che sul Consiglio d’Europa. Avevo peraltro fatto ottenere a Ventotene il Diploma d’Europa e il Marchio del Patrimonio Europeo (solo tre luoghi ce l’hanno in Italia).
Ho dunque pensato che potevo mettere a disposizione di AS.CO.CI. la mia esperienza e ho attivato il progetto. In questo mio intento ho trovato due persone importanti. Il sindaco di Ascea, l’avv. Pietro D’ Angiolillo mi ha subito incoraggiato dicendomi: “il gemellaggio con Foça lo abbiamo pure messo nel nostro Piano politico, magari ci riuscissimo!”. Il giovane Michele Savino, che avevo conosciuto facendo la formazione ad un gruppo di giovani cilentani per insegnare loro il mio mestiere, si era subito entusiasmato dell’idea e aveva condotto una prima ricerca su tutte le città fondate dai Focesi, acquisendo nomi e indirizzi dei relativi Amministratori di Marsiglia in Francia, L’Escala in Spagna, Aleria nell’Alta Corsica.
Così sono partito, ho interloquito con queste città e in particolare con Foça. Ho pensato che il Gemellaggio con questa città era fondamentale per portare avanti il progetto dell’itinerario culturale del Consiglio d’Europa. Ho scoperto subito che il sindaco di Foça, Fatih Gurbuz aveva lo stesso obiettivo e aveva trovato le stesse difficoltà nel perseguirlo.
Scoprire poi che Foça stava nella provincia di Smirne, una città dove era andata ad abitare da una quindicina d’anni una delle mie prime allieve di Master che avevo organizzato a Roma con l’Università La Sapienza, proprio per Esperti di organizzazione per lo sviluppo locale, molto brava e capace, è stato poi l’ulteriore elemento che mi ha incoraggiato ad andare avanti.
Il percorso non è stato facile e veloce perché è stato necessario condividere il testo di questo Gemellaggio particolare tra le due città, poi esso è stato vagliato dal Governo italiano che ha richiesto specifiche modifiche.
Il testo, dopo le necessarie correzioni, è passato poi all’approvazione delle diverse strutture governative che se ne occupano, sia a livello italiano che turco. Solo alla fine dell’anno scorso l’iter autorizzatorio si è concluso. Poi è stato necessario organizzare il viaggio, strutturare il programma dell’incontro e informare tutte le istituzioni nazionali dell’evento (Governo, Regione e Provincia). Di tutto il percorso sono stati tenuti al corrente gli Amministratori delle altre città europee interessate e il Console dell’Italia a Smirne, Valerio Giorgio, che ha seguito con attenzione tutti i passaggi.
Il successo, se di questo si vuole parlare, è certamente da attribuirsi al fatto che siamo riusciti a sottoscrivere finalmente un atto formale di Gemellaggio il 22 marzo u.s. a Foça, ma c’è molto di più!.
Intanto c’è da considerare che questo è l’atto sostanziale che ci consente di lavorare su un obbiettivo molto più ambizioso: quello di costruire l’itinerario culturale del Consiglio d’Europa sul percorso fatto dai Focesi e ottenere l’accreditamento da parte dell’APA, che è la struttura europea autorizzatoria. Naturalmente ciò richiede la strutturazione di una Governance per la gestione dell’itinerario. Essa sarà necessariamente articolata e complessa perché deve riunire istituzioni di varia natura e di Paesi europei diversi.
C’è un successo ulteriore che abbiamo avvertito di aver colto in questi giorni passati tra Smirne e Foça: “l’acquisizione di una reputazione” che oramai ci viene riconosciuta di persone capaci, competenti, motivate e concrete, tenaci e determinate, che danno la sicurezza necessaria per lavorare insieme e insieme raggiungere ben altri e più promettenti traguardi”. Ci hanno chiesto, ad esempio, di fare da intermediari per stabilire un gemellaggio tra Efeso e Pompei, così come di far perno sul sindaco di Genova per mettere in rete i Castelli genovesi costruiti sulle coste turche.
Quali saranno le conseguenze di questa intesa tra il Cilento e la città turca?
La prima conseguenza è quella di identificare un quadro nel quale sono descritte le esperienze positive di ciascun Comune che vale la pena di scambiare con l’altro e problemi che non si è riusciti a risolvere da soli ma che si possono affrontare assieme. Questo vale per i due Comuni, ma contestualmente vale per i loro territori di appartenenza. Siamo tutti consapevoli infatti che l’approccio “territorialista” è fondamentale per lo sviluppo locale. Non esistono problemi che si possono limitare a livello comunale. L’acqua dei fiumi è uno di questi. Nel Cilento lo abbiamo risolto in buona parte grazie alla lungimiranza di Franco Chirico e della gestione sapiente del Consorzio Velia. Foça ha lavorato invece bene sulla dimensione slow della città e dei dintorni.
Insomma le conseguenze positive sono immediatamente evidenti.
Ma c’è una conseguenza di enorme valore, collegata alla realizzazione dell’itinerario culturale del Consiglio d’Europa. L’accreditamento dell’itinerario consentirà al Cilento, oltre che ai 22 Comuni dei AS.CO.CI., di avere un palcoscenico europeo di ben 46 Stati, quanti ne comprende il Consiglio d’Europa, per promuovere se stesso, per accogliere un turismo di qualità, anche nelle Aree interne, per sviluppare progetti internazionali finanziati dai fondi europei.
Ci spieghi i contenuti del progetto “La via dei Focesi”, da molti giudicato il più interessante per lo sviluppo delle zone costiere cilentane.
La scelta dei Focesi non è casuale! Si tratta di un popolo che non solo viaggiava nel Mediterraneo per sviluppare il commercio, ma era un popolo che, cacciato dai propri luoghi di origine, ha cercato altri luoghi dove insediarsi e vivere. Elea non è il solo posto che ha tracce della loro esistenza; nelle Aree interne del Cilento ci sono molte altre aree che testimoniano la loro presenza e che, attraverso la valorizzazione dell’itinerario culturale europeo, godranno di un nuovo e specifico turismo.
I cittadini delle altre città europee che faranno parte dell’itinerario saranno tra i primi nuovi clienti del territorio e loro, a loro volta, ne porteranno altri e altri ancora.
Questo processo porterà ulteriori benefici: cambierà il mix del turismo sul territorio, aumenterà la percentuale del turismo culturale rispetto a quello balneare, cresceranno le opportunità per i Comuni delle Aree interne, aumenterà il numero dei mesi durante i quali il territorio si potrà nutrire della presenza turistica.
La scoperta e la valorizzazione della presenza dei Focesi sul territorio cilentano produrrà inoltre un interesse maggiore per l’archeologia di tutti i tempi. Il Cilento ha un patrimonio inestimabile al riguardo, dall’era del paleolitico fino all’unificazione dell’Italia. Tutto il patrimonio sarà indirettamente valorizzato e risulterà attraente per il turismo culturale. Ciò avrà delle ricadute benefiche sulle strutture di accoglienza e su quelle di mobilità , di svago, di produzione ed erogazione dei prodotti tipici della famosa Dieta Mediterranea di cui il Cilento va fiero. Inoltre, il rapporto che si creerà con Marsiglia, L’Escala e Aleria, determinerà ulteriori risultati positivi.


(…Continua)
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Alla luce di un risultato così prestigioso si ritiene opportuno che lei fornisca ulteriori informazioni a riguardo delle finalità che persegue l’AS.CO.CI. Facciamola conoscere meglio.
Un risultato prestigioso si ottiene con una struttura adeguata! Il successo di AS.CO.CI. deriva infatti dalla sua stessa struttura. Su 22 Comuni aderenti solo tre hanno una popolazione superiore ai 5.000 abitanti. Tutti assieme arriviamo a 42.000 abitanti. È chiaro che maggiore è il numero dei Comuni associati e maggiore è il peso politico di cui disponiamo e della possibilità di fare economie di scala su tutto. Il modello a cui si ispira è quello dell’Organizzazione Territoriale che non prevede solo un’associazione di Comuni, ma una aggregazione progressiva di tutti gli enti presenti su un territorio vasto ma distintivo per operare sinergicamente su progetti di valenza strategica. Abbiamo già sottoscritto un accordo tra l’insieme dei Comuni e l’Insieme delle Scuole presenti sul territorio, così come abbiamo concluso accordi, diretti o indiretti, con diverse Università italiane, a Roma, Napoli, Cassino e, a breve, a Salerno. Stiamo per attivare un accordo con le associazioni imprenditoriali e con le Proloco. La struttura di Segreteria e di Ricerca & Sviluppo è stata delegata temporaneamente ad Impresa Insieme S.r.l. che è la società che ho fondato ventisette anni fa. Ciò consente ad AS.CO.CI. di disporre di una consulenza di alto profilo, pagandola poco a livello unitario e con la facoltà di sostituirla nel caso non portasse risultati soddisfacenti. Abbiamo un Comitato Guida formato dai sindaci dei Comuni aderenti, ma abbiamo anche un’articolazione su cinque sub aree territoriali per salvaguardare le specificità di aree distintive. Abbiamo già costituito la Comunità di Pratica del personale che opera nei Servizi tecnici dei nostri Comuni. Ciò ci ha consentito di fare un progetto di Sviluppo territoriale di oltre 240 milioni di Euro e di presentare al Bando del PNRR Grande Salerno una parte di esso per un importo di 120 milioni di Euro. Riunire le persone che fanno lo stesso lavoro in Comuni diversi assicura una maggiore omogeneità dei servivi resi ai cittadini, il contenimento dei costi unitari, economie di scala nelle manutenzioni e ci consente di fare formazione di gruppo anziché individuale.
Ritiene lei, come me, che il Cilento debba ritrovare una struttura unica e coesa, perché, con una opportuna progettualità, le comunità possano aspirare ad un futuro migliore?
Il Cilento è un territorio che ha già una certa identità. Vanno fatti degli sforzi per sprigionare tutte le sue potenzialità e comunicarle ad un turismo target condiviso. Ci sono però molte strutture di coordinamento degli Enti Locali: Comunità Montane, GAL, Unioni di Comuni, Provincia, Regione, ecc. Le strutture degli enti sovracomunali sono gracili e lavorano prevalentemente per funzione, anziché per progetto o per sistema territoriale. Poi ci sono molti consulenti che si propongono ad ogni bando o avviso pubblico che viene emesso per erogare dei finanziamenti pubblici, senza assicurare sempre che i progetti finanziati vengano realizzati. Così come risulta difficile mantenere ferma una strategia di riferimento di lungo periodo su cui orientare i progetti strategici. Il progetto che abbiamo condotto e che ci ha portato a questo primo risultato concreto, quello del Gemellaggio, è stato portato avanti da più di un anno e senza un finanziamento che ne abbia sostenuto le spese.
La settimana dedicata alla presenza dei Comuni di AS.CO.CI. alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum e tutto il tempo impegnato per raccogliere le informazioni sul patrimonio archeologico posseduto e il sistema di accoglienza di coloro che vogliamo incentivare a visitarlo per mostrarlo allo stand e sul nostro sito web non è certamente stato pagato da un finanziamento pubblico.
La formazione di giovani del territorio, fatta con la speranza che alcuni di essi possano sostituire la nostra presenza e gestire la Segreteria, non è stata certo pagata da un finanziamento pubblico.
Va considerato che il “futuro migliore” si costruisce condividendo una strategia di lungo periodo e facendo investimenti che richiedono anche sacrifici. Bisogna abituarsi a progettare e condividere strategie lungimiranti, organizzare strutture e competenze stabili per la gestione del cambiamento, definire progetti strategici e programmi attuativi; solo dopo vanno intercettati i finanziamenti per realizzarli, non il contrario!
Mi colpisce sempre incontrare qualche Amministratore che lesina di versare alla cassa comune 2.000,00 Euro all’anno per investimenti strategici, quando le imprese italiane evolute spendono 6.000,00 Euro per un solo giorno di consulenza. Non voglio riportare i commenti dei miei colleghi milanesi al riguardo.
So che sta lavorando per redigere progetti di uguale spessore socio economico. Quali sono i prossimi obiettivi?
Stiamo lavorando a diversi progetti strategici assieme agli Amministratori dei Comuni associati, con il Presidente D’Angiolillo e in particolare con gli altri Presidenti delle cinque Sub Aree che noi chiamiamo ATD (Aree territoriali distintive), la sindaca di Gioi, i sindaci di Stella Cilento, di Omignano, di Prignano Cilento. Il nostro punto di riferimento è dato dal progetto “Parkaway Alento” che disegna il territorio come “una città verde” attraversata da un fiume importante quale l’Alento e percorso da piste ciclabili che vanno dalla costa alle aree interne e viceversa. Esso viene rivisto e attualizzato in ragione di continue scoperte sul patrimonio che il Cilento possiede e che il contesto ci suggerisce. Il PNRR è un grande stimolatore di idee, ma anche l’apertura che stiamo sviluppando verso l’esterno ci aiuta a aggiornare le nostre strategie di sviluppo territoriale. L’incontro con l’Assessore della Regione Campania Felice Casucci alle manifestazioni della BMTA, a Paestum, dell’anno scorso e della BIT, a Milano, di quest’anno ci hanno rassicurato del suo appoggio e ci hanno fornito ulteriori elementi di riflessione.
L’incontro con l’on. Michele Cammarano, Presidente della Commissione per la Aree interne, dei giorni scorsi, da te organizzato, ci ha convinto che eravamo sulla strada giusta nello scegliere di unire, in un disegno complessivo e integrato, le strategie di sviluppo delle aree costiere con quelle delle aree interne, per le quali tu e la prof.ssa Giusy Rinaldi, all’interno della “Sottocommissione Turismo” per le aree interne, creata dall’on.Cammarano, avete redatto il progetto relativo al “Distretto Archeologico del Cilento”, che coinvolgerà ben 32 Comuni con siti archeologici di varie epoche preistoriche e storiche, dopo aver verificato la loro disponibilità a condividere il progetto.
Un progetto che certamente ora porteremo avanti insieme, AS.CO.CI. e Commissione Aree Interne, anche grazie al programma che dobbiamo necessariamente seguire con le altre città europee per l’accreditamento dell’Itinerario culturale del Consiglio d’Europa del viaggio dei Focesi, è quello del recupero e valorizzazione del patrimonio storico e archeologico che l’intero territorio cilentano possiede.
La BMTA sarà la nostra vetrina, o almeno una delle più importanti, per mostrare il sistema di accoglienza che ruota intorno al patrimonio archeologico e attrarre nuovi turismi.
Il secondo progetto è, conseguentemente, quello di convenire con le Associazioni imprenditoriali un piano congiunto di ottimizzazione delle imprese esistenti, sia sul versante dei prodotti agricoli destinati alla ristorazione (considerato che il Cilento è oramai indissolubilmente collegato alla Dieta Mediterranea) e sia sul versante dell’accoglienza dei target obiettivo, salvaguardando la peculiarità dei nostri borghi e delle nostre campagne. Con la Confesercenti abbiamo già intavolato un ragionamento in tal senso e speriamo di passare ai fatti a breve.
Sulla mobilità green abbiamo già investito molto, la via Silente è oramai sempre più nota come percorso ciclabile di rara bellezza, ma i volontari che l’hanno resa famosa, vanno confortati dai contributi degli Enti locali e assecondati dalle imprese locali che si collocano lungo “il cammino”.
Abbiamo partecipato in massa al bando per la costituzione delle Comunità energetiche perché pensiamo che sia un modo non solo per produrre energia pulita a più basso costo, ma anche per rinsaldare il rapporto tra cittadini, ente locale e imprese, così da alimentare una responsabilità collettiva della gestione dei servizi. Contiamo, al riguardo, di sottoscrivere a breve la Convenzione di Faro e di accrescere la partecipazione dei cittadini alla gestione del bene comune. Ciò dovrebbe pure richiamare i giovani che sono andati a cercare lavoro e soddisfazione lontano, ma che amano la loro terra di origine e sono pronti a tornare, se intravedono prospettive interessanti di lavoro e di affermazione personale. Con me a Foca è venuto a sottoscrivere il Gemellaggio, il vicesindaco di Ascea, l’avvocato Stefano Sansone, su delega del sindaco, l’avv. Pietro D’Angiolillo. Sansone è un giovane di 42 anni, avvocato e imprenditore, più giovane dei miei due figli. In lui e in persone come lui dobbiamo riporre le nostre speranze di cambiamento e di successo. Il Cilento ha tutte le potenzialità per dare loro grandi soddisfazioni. Noi staremo al loro fianco fino a quando loro riterranno di averne bisogno.


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